Vaccino anti-encefalite giapponese

Il vaccino protegge dalla malattia causata dal virus dell' encefalite giapponese

Il vaccino contro il virus dell’encefalite giapponese è un vaccino inattivato che può essere somministrato agli adulti e ai bambini sopra i 2 mesi di età.

Il vaccino non protegge dagli altri patogeni che possono essere trasmessi con le punture di zanzara, pertanto è indispensabile mettere in atto tutte le precauzioni necessarie per evitare di essere punti (utilizzo di spray repellenti, vestiti a maniche lunghe, zampironi, vaporizzatori).

Chi deve essere vaccinato

Il rischio di contrarre la malattia è molto basso per la maggior parte dei viaggiatori diretti in Asia, specialmente per coloro che si recano in aree urbane per brevi periodi. Tuttavia il rischio varia a seconda di stagione, destinazione, durata del viaggio e attività svolte.

La vaccinazione è raccomandata per chi si reca in aree endemiche per più di 1 mese durante la stagione delle piogge. Sono considerate particolarmente a rischio le zone rurali o agricole, specialmente dove viene praticata l’irrigazione.

Il vaccino è raccomandato inoltre per chi ha in programma un viaggio anche breve (<1 mese) in zone a rischio e che prevede 1) attività all’area aperta (campeggio, trekking, pesca, …), specialmente durante la sera e la notte 2) pernottamenti in sistemazioni senza protezioni adeguate contro le zanzare (aria condizionata, zanzariere).

Quando si effettua la vaccinazione

La vaccinazione può essere effettuata in qualsiasi periodo dell’anno, tuttavia è consigliata per chi si reca in aree a rischio quando è più probabile la trasmissione del virus attraverso le punture di zanzara. Nelle aree temperate del sud-est asiatico questa si verifica principalmente durante la stagione calda (da maggio a settembre), nelle zone a clima tropicale e subtropicale invece è costante durante tutto l’anno, con un picco durante la stagione delle piogge.

Sono previste 2 dosi di vaccino a distanza di 4 settimane l’una dall’altra. Per gli adulti di età compresa tra 18 e 65 anni, se necessario, è possibile l’effettuazione di un ciclo rapido di due dosi effettuate a distanza di 7 giorni l’una dall’altra. Per consentire l’instaurarsi di una risposta immunitaria efficace il ciclo vaccinale dev’essere completato almeno una settimana prima della potenziale esposizione al virus. Sono previste dosi di richiamo per mantenere la protezione nel tempo.

Chi non devrebbe essere vaccinato (controindicazioni)

Il vaccino è controindicato per chi ha manifestato una reazione da ipersensibilità severa verso il principio attivo o ad una delle componenti (ad esempio protamina solfato). La somministrazione deve essere posticipata in casi di grave stato febbrile acuto.

In via precauzionale viene evitata la vaccinazione di donne in gravidanza e durante l’allattamento, poiché mancano studi sufficienti a riguardo.

Come per tutti i vaccini inattivati, i soggetti in terapia immunosoppressiva o affetti da immunodeficienza possono sviluppare una risposta immunitaria inadeguata.

Il vaccino può essere somministrato in concomitanza con il vaccino inattivato contro l’epatite A e contro la rabbia; per la somministrazione con altri vaccini non sono disponibili dati in letteratura..

I rischi della vaccinazione

Le reazioni avverse compaiono di solito entro i primi 3 giorni dalla somministrazione, sono di grado lieve e si risolvono nel giro di qualche giorno.

Negli adulti sono frequenti cefalea (23%), mialgia (15%), sintomi simil-influenzali (11%) e affaticamento (11%). Nei bambini e negli adolescenti le reazioni locali si verificano circa nel 14% dei casi, quelle sistemiche nel 24% dei casi; le più frequenti sono febbre, irritabilità, diarrea, malattia simil-influenzale, dolore e arrossamento nel sito di iniezione.

Fonti / Bibliografia
Condividi questa pagina: